Ritrovo parcherggio Corradini (ex Conad) ore 5:45, partenza ore 6:00.
Difficoltà E
Dislivello
1° giorno 60 m ↑
e 400 m ↓
2° giorno 300 m
↑ e 300 m ↓
Equipaggiamento: poiché non si può escludere un breve scroscio di pioggia e il vento che spesso spira dal mare aperto, una kway è indispensabile. Calzoni lunghi o
frazionabili per i più calorosi. Pedule magari con suola vibram perché i sentieri sono ben tenuti ma dal fondo a volte ghiaioso. Utili, da avere nello zaino, cappellino e occhiali da sole, crema solare per le pelli più sensibili, macchina fotografica. Consigliati i bastoncini da trekking. Il costume da bagno e il salviettone sono opzionali.
Il secondo giorno si raccomanda di provvedere al proprio pranzo al sacco poiché all'isola della Palmaria sarà difficile acquistare cibo o bevande per la pausa pranzo.
Organizzatori
Elio Antoniazzi -
334 220 3016
Michael Chiggio -
La quota comprende viaggio in pullman, pernottamento e prima colazione.
Perciò sono eslusi: Il trasporto a Campiglia, che sarà effettuato con i mezzi locali, il traghetto corsa a/r della domenica per l'isola della Palmaria e tutti i pranzi.
Acconto € 50,00
all'atto dell'iscrizione.
Alloggeremo presso l'Hotel Corallo, visita il sito
L’Hotel Corallo si trova a La Spezia, nell’incantevole Golfo dei Poeti, in una zona privilegiata, vicino alla passeggiata Morin dove soggiornavano i membri della Famiglia Reale e dove continuano a “ rifugiarsi” artisti e intellettuali di tutto il mondo (da cui il nome “Golfo dei Poeti”), furono ispirati dalla bellezza di questa insenatura Shelley, Bayron Wagner e Montale.
A pochi passi dal centro storico, e soprattutto a poca distanza dall’imbarco dei battelli per le Cinque Terre, Portovenere e Lerici. L’Hotel dispone di 34 camere, situate al primo piano sono dotate di tutti i confort e completamente rinnovate: aria condizionata, telefono,TV, minibar, cassaforte, bagno con doccia e asciugacapelli, linea di cortesia, wifi in tutte le camere e internet point alla reception. La reception e il servizio bar rimangono a disposizione degli ospiti 24 ore al giorno.
La prima colazione viene servita dalle ore 7 alle ore 10 e durante la stagione estiva nell’accogliente terrazza esterna.
Un secondo Hotel viene messo a disposizione per accogliere altri iscritti: Il Gabbiano, situato a 600 metri di distanza dall'hotel Corallo.
Programma
Sabato 7. Ritrovo ad Este, parcheggio posteriore del Billa, ore 5:45, partenza ore 6:00.
Dopo una o due soste in autostrada usciamo a La Spezia, sistemazione all'hotel Corallo, pranzo libero e trasferimento con i mezzi locali a Campiglia.
La linea 20 dell’ATC collega La Spezia a Campiglia (la si può prendere alla fermata in via Vittorio Veneto/Ospedale o in via Chiodo; piazza del mercato, 10/15 min a piedi dal nostro hotel), ma purtroppo le corse non sono frequenti (scarica l’orario).
Chi non desidera fare l'escursione a Campiglia potrà visitare la città o rilassarsi nei meravigliosi luoghi nelle vicinanze.
Raggiunto Campiglia, dopo una visita al borgo, inizieremo la discesa verso Portovenere.
Campiglia è un punto di snodo di diversi sentieri che corrono lungo il crinale. Tra questi, uno dei più spettacolari è sicuramente il tratto del sentiero n° 1, che scende dal piccolo borgo fino a Portovenere.
Il cammino verso Portovenere parte dall’ultimo tornante prima dell’abitato. Un cartello segnala due strade: una più lunga (3 ore) e meno difficoltosa, l’altra leggermente più breve di difficoltà media. Questa seconda, che per buona parte segue la linea di costa, è quella da seguire se si vuole godere di uno scenario mozzafiato (i segnavia per fare questo percorso sono 1 – 1a – 1).
Il primo tratto di cammino segue la costa che guarda il mare aperto. Profumi e colori rimandano alla Corsica, alla Sardegna, alla Grecia: è lo sguardo sulle Cinque Terre, sul profilo di Portovenere e dell’Isola Palmaria che appaiono e scompaiono dietro la costa a ricordare che siamo indiscutibilmente in Liguria.Il percorso è prevalentemente pianeggiante, anche se occorre fare attenzione: in alcuni tratti si è a picco sul mare e si cammina su un fondo sconnesso e costituito prevalentemente da pietre.
Il panorama è suggestivo e – di tanto in tanto – riempie gli occhi con l’infilata di meraviglia che da Portovenere rimbalza alla Palmaria e all’isola del Tino.
Secondo tratto: si scende verso Portovenere. Dopo il Muzzerone, la meraviglia del Golfo
Il Muzzerone, con la palestra di roccia e il rifugio, segna il passaggio tra la prima e la seconda parte del sentiero.
Arrivati a questo punto, resta circa un’ora di cammino. Durante la discesa non mancano gli scenari mozzafiato sul golfo, con protagonisti i borghi marinari di Cadimare e delle Grazie.
Qualche decina di minuti attraverso boschi e aree coltivate e poi, all’improvviso, esplode la meraviglia di Portovenere, che diventa protagonista con il suo castello e un panorama ineguagliabile.
Una ripida scalinata che costeggia le mure del maniero conduce in piazza Bastreri, cuore della perla del Golfo, a unsolo passo dal budello del celebre carugio.
Doverosa una visita al cimitero di Portovenere a rendere omaggio al Re delle Alpi Walter Bonattie alla sua compagnadi vita Rossana Podestà. Sulla sua tomba in molti, al posto dei fiori, portano sassi dalle montagne di tutto il mondo.
Visita e relax al meraviglioso borgo marinaro e rientro a La Spezia in pullman.
Domenica 8. Sveglia e colazione, dopo aver caricato la borsa nel pullman e preparato lo zaino per l'escursione, ci trasferiamo all'imbarcadero di Portovenere dove traghetteremo all'isola della Palmaria.
L’isola Palmaria è l’isola più grande di un arcipelago comprendente anche le isole del Tino e del Tinetto, è divisa da Portovenere da un piccolo canale chiamato “La Bocche”. Ha una forma triangolare e una superficie di 1,89 km².
Degne di nota sull’isola, oltre a svariati bunker risalenti alla seconda guerra mondiale e resti di postazioni d’artiglieria costiera e contraerea, molte costruzioni militari di interesse storico come il forte di Cavour e la torre corazzata Umberto I , adibita nel secondo dopoguerra a carcere militare e da pochi anni ristrutturato.
L’escursione qui proposta, accessibile a tutti, effettua il giro completo dell’isola attraverso ricca vegetazione, terrazze abbandonate di ulivi e bellissime pareti bianche a picco sull’acqua nelle quali si aprono numerose grotte. In particolare la Grotta Azzurra e la Grotta dei Colombi che può essere raggiunta solo mediante una corda che viene calata dalla scogliera.
L’escursione è segnata con i simboli segnavia biancorossi.
Sbarcati sull’isola in località Terrizzo (2 m.) si prosegue a sinistra attraverso una strada asfaltata che diventa ben presto sterrata e, giunti al bivio per forte Umberto (breve visita), si prosegue a destra seguendo sempre i segnavia biancorossi; dopo aver effettuato una larga curva a destra ed aver superato un grosso spiazzo, si prosegue a sinistra per poi imboccare a destra, dopo aver superato un bel punto panoramico, una mulattiera che permette di guadagnare quota sino a raggiungere, dopo circa mezz’ora di cammino dalla partenza, una vecchia costruzione abbandonata dalla quale si gode uno splendido panorama sulla bellissima isola del Tino (purtroppo visitabile al pubblico solo in occasione della festa di S. Venerio nella domenica più vicina al 13 Settembre).
- Proseguendo per il sentiero si attraversano terrazzamenti di ulivi ormai abbandonati e si cammina a fianco del tubo che rifornisce d’acqua tutti gli insediamenti dell’isola; trascurati i sentieri minori sulla destra, inizia la discesa in alcuni tratti ripida e attrezzata con corde (ma nulla di difficile) che conduce alla cala del Pozzale ove è presente l’aeronautica militare ed uno stabilimento balneare, dopo circa venti minuti di cammino dalla costruzione abbandonata.
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Proseguendo a destra si supera la cava di marmo dell’isola e si prende ancora a destra il sentiero che sale deciso in una lecceta tra vecchie costruzioni in pietra sino a raggiungere lo splendido punto panoramico sulla Grotta dei Colombi e sulle bianche pareti della Punta del Pittone.
- Il sentiero continua a salire sino a raggiungere, dopo circa mezz’ora di cammino dalla cala del Pozzale, il Semaforo (186 m.), ove è presente anche un’area picnic.
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Si prosegue ancora, si prende a sinistra la sterrata che scorre in piano sino a giungere ad un traliccio: qui si scende ripidamente a destra (ci si può aiutare con delle corde) attraverso uno stretto sentiero che passa spesso vicino alle pareti verticale che precipitano verso il mare; giunti presso un altro traliccio si prosegue scendendo a sinistra sino a raggiungere la spiaggia ove sono presenti numerosi stabilimenti balneari e in breve si ritorna a Terrizzo al punto di partenza, dopo circa quaranta minuti di cammino dal Semaforo (tempo complessivo del giro ad anello dell’isola Palmaria: 3 ore senza le soste).
Scarica file pdf del percorso ad anello
In camera Doppia per persona |
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disponibilità 2 posti |
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In camera Tripla per persona |
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disponibilità 0 posti |
In camera Quadrupla per persona |
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disponibilità 0 posti |
La quota comprende trasporto, pernottamento e prima colazione; cena convenzionata facoltativa.
Si andrà a cenare in un locale nelle vicinanze dell'albergo.
Il menù è il seguente:
Primi Piatti |
Secondi Piatti |
Dolce o frutta |
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Lasagne al Ragu o al Pesto |
Pesce al forno con patate |
Panna cotta con frutti di bosco |
Risotto al ragù di Mare |
Salmone al vapore con spinaci |
Creme caramel |
Trofie al pesto |
Arista al forno con patate |
Crostata |
Mezzemaniche all’amatriciana |
Roasbeff con verdure |
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Menù alternativo per vegetariani e vegani.
La tariffa della cena è di euro 16.00 a persona, il supplemento per le bevande è di euro 4.00 per persona (1/4 vino e ½ acqua).
La cena è di 3 portate: 1 primo, 1 secondo con contorno, frutta o dessert.
Il nome e le origini
Di origine molto antica, deve con molta probabilità il suo nome alla presenza di un piccolo tempio pagano dedicato alla Dea Venere e qui sapientemente collocato poiché Venere, nella tradizione nasce da una conchiglia uscita dal mare.
Nel II secolo "Portus Veneri" viene citato nell'Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini, e questo fa presupporre le sue antiche origini romane.
Antichi insediamenti monastici benedettini sono stati ritrovati a Portovenere e soprattutto nelle isole Palmaria, del Tino e del Tinetto, risalenti alla prima fase cristiana.
Medioevo
Del XI secolo sono le prime notizie documentate che descrivono questo luogo come il feudo dei Signori di Vezzano (Domini de Vethano), che ebbero dal vescovo l'investitura feudale a Vezzano Ligure. Questi signorotti, di probabile dinastia estense, nel XI secolo, sia nel golfo spezzino, che nelle valli del Vara e del Magra, dominavano numerosi ed importanti castelli e terre.
Nel secolo successivo (probabilmente nel 1139) il feudo venne ceduto a Genova che già dal 1113 aveva un fortilizio situato nella zona estrema della penisola, e Portovenere divenne quindi sia avamposto difensivo che punto di penetrazione nell'offensiva della Repubblica Marinara di Genova contro Pisa per la supremazia del Tirreno.
Venne trasformato da Genova già nel 1161 in borgo-fortezza con zone militari, residenziali, civili e religiose.
La popolazione fu messa duramente alla prova durante due attacchi da parte di Pisa negli anni 1165 e 1198, ma resistette grazie anche alla presenza del forte costruito nel 1162. In seguito viene eretta la chiesa di San Pietro
Nel 1241, i Pisani, conquistata la vicina Lerici, senza incontrare molta resistenza, tentarono di espugnare Portovenere ma furono respinti e per questo in seguito fortificarono Lerici.
Dal 1300
Il grande poeta Francesco Petrarca fu amalliato dalla magnificenza della nuova struttura urbanistica e nel 1338 dedicò a Portovenere questi versi: "A quelli che giungono dal mare appare nel lido il porto di Venere e qui - nei colli che ammanta l'ulivo è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene - sua patria...".
Nel 1340 però un terribile incendio distrugge parte della collina e del castello, e diede inizio ad un periodo di declino per Portovenere.
Nel 1490 Portovenere venne attaccato dagli Aragonesi con 35 galee e 14 navi, in una terribile battaglia che vide a capo della difesa il corsaro detto "il Bardella", che si narra cosparse gli scogli antistanti il porto con del sego per impedirne lo sbarco. Dopo 7 ore di cruenta battaglia gli aragonesi si ritirarono sconfitti, ma Portovenere e la Chiesa di S .Lorenzo e S. Pietro subirono pesanti danni.
I Genovesi, con l'introduzione delle armi da fuoco, utilizzarono meno il castello divenuto inadatto al nuovo tipo di difesa, comunque il borgo mantenne una certa importanza soprattutto per il traffico marittimo con l'esportazione di vini locali e marmo portoro dalla vicina isola Palmaria.
Il castello nel seicento con il contributo di Andrea Doria (che nel 1528 si rifugiò a Lerici) da cui prese il nome, venne riadattato alle nuove esigenze difensive e nel 1606 si costruì pure la Torre Scola sull'isola Palmaria a scopo difensivo e di avvistamento.
In seguito Portovenere cadde sotto i napoleonici che tracciarono una strada di collegamento diretta con La Spezia (di cui oggi non rimane nulla).
Oggi
Portovenere è una cittadina che oggi vive molto di turismo grazie al clima mite, alla bellezza del luogo, al mare e all'arte.
L'incantevole territorio e la vicinanza di molti altri centri turistici hanno fatto crescere l'offerta di strutture ricettive presenti su tutta la zona, con alberghi, agriturismi, appartamenti, affittacamere e bed & breakfast.
A Portovenere molto importante è la miticoltura e l'allevamento dei pesci, le cui origini risalgono alla fine dell'ottocento con i primi allevamenti di mitili. In questa zona sono molti i miticoltori operanti tramite raccolta, trattamento e distribuzione.